Taggia

 

Valle Argentina

Oltrepassata Taggia la natura diventa protagonista indiscussa della retrostante valle, un territorio stretto tra ripidi versanti, coperto da uliveti e poi da boschi fitti, terra di pietra , di culture arcaiche e di grandi complessi storici e monumentali.

Taggia
Taggia sorge alle soglie della Valle Argentina; circondata da fiori, ulivi ed agrumi, è uno dei centri più antichi e conosciuti della Riviera dei Fiori.
Patria di uomini illustri, quali Giovanni Ruffini autore del celebre romanzo “Dottor Antonio”, Taggia merita un viaggio per scoprire le sue bellezze ed il suo patrimonio storico-architettonico: la caratteristica struttura medievale, le torri, le mura, le opere d’arte conservate nel convento dei Domenicani, il complesso medievale più importante della Liguria occidentale.
Costruito nel 1490, conserva al suo interno pregevoli opere di Ludovico, Antonio e Francesco Brea, Giovanni Canavesio, Gregorio de Ferrari, Emanuele Maccari. La fama di Taggia è legata alla coltura dell’ulivo di qualità “taggiasca”, da cui un olio particolarmente pregiato, conosciuto in tutto il mondo per il suo “bouquet” e la sua contenuta acidità.

Il primo paese della Valle Argentina è Badalucco, antico paese fortificato dei conti di Ventimiglia, in posizione di crocevia per i percorsi da fondovalle verso la montagna. A Badalucco di trovano grandi ponti che attraversano l’Argentina: il ponte di Santa Lucia, che è anche porta di accesso al paese, costruito fra il 1548 ed il 1551 ; il Ponte della Madonna degli Angeli, a monte dell’abitato è davvero entusiasmante.
La “sagra du stocafissu a baücôgna” (merluzzo essiccato, cucinato secondo una preziosa e antica ricetta locale) è la nota di colore che richiama nel borgo, durante il mese di settembre di ogni anno, frotte di turisti e di “gourmet”.

Proseguendo per la strada statale, ma deviando a destra, si incontra Montalto, dove si nota la chiesa romanica di San Giorgio. Il titolo si deve al controllo bizantino operato sull’area durante il VII sec. d.C. e basato nel vicino castello di Campomarzio; all’interno si apprezzano i cicli murari dipinti e le antiche panche, mai sostituite. La chiesa parrocchiale barocca è ricca di dipinti di pregio, quali un polittico di Ludovico Brea.

Risalendo la valle, il viaggiatore incontra il paese dai ventitre mulini ad acqua Molini di Triora , con la parrocchiale barocca ed il Santuario di N.S. della Montà, che conserva affreschi di notevole pregio.
Qui nel mese di settembre si svolge un raduno di gastronomia superiore, la “sagra della lumaca”.

Triora , borgo dal fascino “noir”, è conosciuto come il “paese delle streghe” per il famoso processo alla stregoneria che vi si tenne nel 1587 e conclusosi con la condanna di un gruppo di donne del posto che, riunendosi notte tempo in un luogo discosto (La Cabotina), furono considerate colpevoli dell’incombente carestia.
Tutto a Triora richiama le streghe e in ogni angolo fa capolino qualcosa ad esse collegato: dal museo etnografico e della stregoneria ai negozi e botteghe che espongono curiose bambole fattucchiere e vendono liquori della strega, intrugli ben congeniati di grappa ed erbe aromatiche.
Il borgo medievale è un piccolo gioiello d’arte, intatto nel suo sistema difensivo di porte, archi, strettoie e case fortezza; da visitare la collegiata dell’Assunta e l’oratorio di San Giovanni Battista.